«Alla ventiquattresima edizione, conta ben 138 alzate
di sipario. E con questi numeri, con questo potere di impatto e qualità, non si
può più chiamare solo opera per i bambini».
Così Carla Moreni, critico musicale acuminato,
sul penultimo “domenicale” de Il Sole 24 Ore, coglieva quello che, anche
secondo me, è il punto. Recensiva, la Moreni, il Rigoletto in versione
ridotta, per bambini, di Opera Education, «la più autentica scuola di
teatro in Italia». E ne approfittava per fare un paragone, in quanto a matura consapevolezza,
tra il pubblico della baby platea e quello della Scala, che in quegli stessi
giorni mandava in scena il Trovatore. Provate un po’ a indovinare chi ha
“vinto”, nella considerazione della Moreni, tra «gli spettatori mignon», che, «manco
fossero temprati loggionisti, sanno esattamente a chi riservare battimani e “bravoooo”
in crescendo», e i loro colleghi adulti del Piermarini, che hanno già «cappotto
e cappello indosso mentre sfilano per i ringraziamenti il Conte di Luna,
Leonora e Manrico»...
Ripesco volentieri queste poche righe. Mi sono tornate
alla mente in questi giorni snervanti, in cui alta è la speranza di tornare
presto ai teatri riaperti. Quando ciò accadrà, il vostro Titolare vi darà
conto di un paio di cosette, non appena saranno definiti in modo certo calendari e programmazioni.
La prima: venerdì 21
febbraio ho assistito, al Teatro Sociale di Como, alla “prima” di OperaCrime,
l’atteso spettacolo ispirato a Rigoletto che Opera Education di Aslico
ha affidato alle cure del compositore Enrico Melozzi. Si tratta di un
esperimento (secondo me molto divertente e riuscito, lo anticipo) rivolto alla
fascia di età 14-30 anni, sicuramente la più difficile da conquistare al teatro
d’opera (vedi foto in alto).
La seconda:
ho fatto una lunga chiacchierata con Angelo Gabrielli (vedi foto in basso), uno che non ha
bisogno, credo, di molte presentazioni. Mi ha parlato della sua favolosa “semina”
musicale tra Appennino e pianura modenesi, e in particolare del suo ultimo
progetto per i bambini, una riduzione del Don Pasquale di Donizetti che
si avvale, come supporto didattico, di un delizioso libro scritto da Cristina
Bersanelli e illustrato da Patrizia Barbieri (vedi, qui sopra, la copertina, e qui sotto Gabrielli). Andrà in scena, a Dio piacendo, al Comunale di Modena, a Carpi, e anche al "Duse" di Bologna.
A presto, spero.
P.S.
Sul Wanderersite (leggi qui) ho presentato il prossimo Donizetti Opera. Due produzioni saranno firmate da giovani registi che proprio con l’Opera per i bambini han fatto faville: il cubano Luis Ernesto Doñas e il comasco Davide Marranchelli. Il primo si era distinto proprio al festival orobico con la donizettiana Rita, anche in una versione che ha viaggiato per le scuole bergamasche e che ha coinvolto molti studenti grazie all'alternanza scuola/lavoro; del secondo avevo scritto su questo blog a proposito di un Elisir d’amore per ragazzi con Aslico/Opera Domani: «Non si può più chiamare solo opera per i bambini...».