venerdì 16 aprile 2021

Scala, Meyer commissiona a Valtinoni un'Opera per bambini

 

Dominique Meyer usa l’artiglieria pesante. Il sovrintendente della Scala ha partecipato a Milano al Piccolo Teatro Aperto rinnovando i suoi propositi di aprire il più possibile il teatro musicale alla città, alle scuole, alle periferie, al pubblico “nuovo”, tutto da catturare e valorizzare in vista della (si spera) vicina ripartenza verso la normalità (leggi qui). Ha anche, e soprattutto, rivelato di aver commissionato un’opera nuova, per bambini (durata 50 minuti) a un compositore italiano. La cronaca milanese di “Repubblica” dedica due pagine all’argomento. Angelo Foletto, che intervista Barbara Minghetti di Aslico-Opera Domani (già sentita da me di recente su Metro, leggi qui), scrive che il compositore prescelto da Meyer è Pierangelo Valtinoni. 

Io stesso, dando conto su Metro di “Alice in Wonderland”, andata in prima mondiale in scena a Hong Kong (leggi qui), avevo anticipato che alla Scala si sarebbe presto mosso qualcosa, e che a essere coinvolti sarebbero stati proprio Valtinoni con il suo fido librettista Paolo Madron. Con quale opera? Ancora non si sa. "Alice" è stata co-commissionata da Zurigo, dove andrà nel novembre 2022, e poi dura un'ora e tre quarti, "troppo" per i parametri scelti da Meyer. Vedremo, insomma.

La questione dell’Opera per i bambini si fa sempre più grossa e importante, decisiva per il futuro del teatro di un Paese in cui, ricordiamolo pure, l’educazione musicale si interrompe alla terza media. Evviva.

lunedì 12 aprile 2021

"Alice" di Valtinoni va in Cina. E alla Scala bolle qualcosa


E poi il pubblico, appunto: un miraggio dalla nostre parti. La percentuale ammessa di riempimento dell’Auditorium della Shi Tin Town Hall, che inizialmente era stata fissata al 50%, è stata portata al 75% pochi giorni prima della “prima”: «Sarà il distanziamento osservato con disciplina, saranno i vaccini. Fatto sta che rispetto a noi è un altro mondo. Per me e Valtinoni è stato come rompere un digiuno doloroso», dice a Metro Madron, peraltro notissimo come giornalista economico, che continua: «La messinscena (per la regia di Yankov Wongndr) era sontuosa, sorprendente per molti aspetti, anche se noi a Hong Kong avevamo già portato il nostro “Pinocchio” e sapevamo della loro grande bravura. Certo, abbiamo dovuto seguire la produzione a distanza perché i tempi di quarantena sono proibitivi».

Il concetto di opera “per bambini” non deve trarre in inganno. Di vera opera si tratta. È in due atti e dura in tutto un’ora e tre quarti. In locandina è scritto che questa children’s Opera è adatta “dai 3 anni in su” (chi scrive ha potuto vederne una registrazione per addetti ai lavori), ma, del resto, «dai 3 anni in su vuol dire che è perfetta anche per i novantenni», dice soddisfatto, e con un sorriso, Valtinoni, che è docente di Conservatorio: «È forse l’opera più complessa che ho scritto. Il problema era, basandosi su un testo “non-sense”, scrivere un’ora e 40 minuti di musica che invece avesse un senso preciso, mantenendo lo stesso “clima” dall’inizio alla fine, stabilendo un filo conduttore, pur nella caratterizzazione di ogni personaggio». Anche per Valtinoni la messinscena «è stata sbalorditiva, realizzata in modo meticoloso, con grande professionalità. Le prove sono durate tre mesi, spessissimo mi sono sentito con loro per appianare tutti i dubbi circa scrittura ed esecuzione».




L’opera era stata commissionata, oltre che da Hong Kong, dall’Opernhaus di Zurigo, con cui Valtinoni e Madron hanno da anni un forte rapporto, e dove, inizialmente programmata per il debutto nel novembre del 2020, è stata riprogrammata per il novembre 2022. Andrà in scena con un allestimento zurighese (e in versione tedesca) che era già quasi pronto quando si è inaugurata, purtroppo, l’epoca dei lockdown.

La pandemia ha colpito duro tutti i musicisti italiani, e la coppia vicentina Valtinoni-Madron non fa eccezione, salvo questa “Alice”: «Avevamo un “Pinocchio” in cartellone al Regio di Torino, e il nostro “Mago di Oz” alla Fenice», spiega Madron, «tutto sfumato, assieme a una cinquantina di altre recite programmate fra l’altro a Berlino Vienna».

Quando il virus sarà domato, finalmente le opere “per bambini” di questa premiata ditta  riprenderanno il cammino, anche per l’Italia.

A proposito. C’è da chiedersi se per caso, prima o poi, ci sarà la possibilità di vedere un loro lavoro anche al glorioso Teatro alla Scala, il cui sovrintendente, Meier, quando era a capo all’Opera di Stato di Vienna, puntava moltissimo sul pubblico dei più piccoli e su KinderOper di nuova composizione. Madron, sollecitato su questo punto, si trincera dietro un «no comment» che è come dire che gatta ci cova.

SERGIO RIZZA

(Pubblicato su www.metronews.it l'11 aprile 2021 e su Metro il 12 aprile 2021)