martedì 24 maggio 2022

La Scala commissiona un Piccolo principe a Valtinoni


Non solo capolavori “ridotti” del grande repertorio. Il Teatro alla Scala, per la prima volta, commissiona un’opera per giovanissimi a un compositore. Lo fa con Il piccolo principe, dal capolavoro di Antoine de Saint-Exupéry, in scena dal 15 ottobre prossimo per una quarantina di recite. Il compositore prescelto è Pierangelo Valtinoni (foto in alto), vicentino, eseguitissimo in tutto il mondo da anni, in combutta con il suo affiatato librettista e concittadino Paolo Madron, famoso giornalista economico e direttore di Tag43.it: una coppia d’oro di cui ho già scritto su Metro e su queste pagine.

L'allestimento del Piccolo principe alla Scala 

Il Piccolo principe sarà portato in scena dalla regista Polly Graham (direttrice artistica del Longborough Festival Opera, foto sotto), dalla scenografa polacca Basia Binkowska, dai giovani professionisti dell’Accademia della Scala e dal direttore d’orchestra bielorusso, ma molto attivo in Germania e Ucraina, a Kharkiv specialmente, Vitali Alekseenok (vincitore del “Toscanini” del 2021, Fabio Luisi presidente della giuria).


Dominique Meyer e il pubblico dei bambini 

Questa commissione contemporanea, presentata nel ridotto dei palchi del Piermarini martedì 24 maggio, è una novità molto attesa e in fondo logica: il sovrintendente Dominique Meyer, già quando era a capo dell’Opera di Stato di Vienna, allestiva, con specifiche commissioni, preziose stagioni per bambini: e dunque, finalmente, riesce a portare a Milano questa pratica, grazie anche al lavoro del suo stretto collaboratore (anche lui proveniente da Vienna) André Comploi. È stato proprio Comploi, un paio d’anni fa, a chiamare Valtinoni, di cui nella capitale austriaca aveva apprezzato il Pinocchio, uno dei più amati best seller operistici della coppia vicentina (il prossimo novembre, la loro Alice nel Paese delle meraviglie farà il suo debutto europeo all’Opernhaus di Zurigo, che l’aveva commissionata, dopo essere andata in scena a Hong Kong). Nel caso della Scala, la scelta è caduta sul capolavoro di Saint-Exupéry perché «universale», tale da suscitare riflessioni ampie, puntualizza il sovrintendente.

Opere brevi per catturare l'attenzione 

Per Meyer, in genere, «i bambini non hanno problemi con la musica contemporanea». Non solo: annuncia titoli che prevedano anche una collaborazione attiva dei bambini medesimi nella realizzazione (Britten), e chiarisce una volta di più che quello più giovane «è un pubblico speciale, è però fondamentale che l’opera non sia troppo lunga, perché bisogna catturare l’attenzione per un tempo limitato e suscitare la curiosità, la voglia di tornare».


Valtinoni e Madron spiegano la loro creazione

Questo Piccolo principe in effetti «durerà un’ora o poco più», garantisce Valtinoni. Che dice di aver scelto un organico limitato (una ventina di strumenti in orchestra) e un cast in cui il ruolo del titolo sarà una voce bianca anche se, più probabilmente, verrà preferito un più affidabile soprano. Si articolerà in un prologo strumentale, sette scene e un epilogo: quello caratterizzato dalla morte del piccolo protagonista morso dal serpente, un tema “forte” «che viene però trattato in modo molto delicato: la morte è vista come un passaggio commovente, malinconico». In generale, dice dal canto suo il librettista Madron, il tutto sarà reso «senza effetti moralistici o didascalici, ma con effetti di straniamento sì», il testo originale è certo rispettato ma snellito, «alleggerito», e più che di opera per bambini si dovrebbe parlare di «family opera, perché a teatro vanno anche i genitori e il lavoro deve piacere anche a loro». Un punto molto caro, quest’ultimo, anche a Valtinoni: «Io compongo per i bambini e per gli adulti nello stesso modo. Solo, la mia musica per i più piccoli è più breve, concisa, affinché si possa passare più velocemente da un’emozione all’altra». Valtinoni non compone opere “didattiche”: compone opere e basta. Si muove comunque in ambito tonale.


L'opera per i bambini alla Scala: un po' di storia

Infine, una piccola notazione. L’opera per i bambini, alla Scala, ha una lunga tradizione. Nel 1986/87, sponsorizzata dall’Eni, si svolse la “Prima Stagione di Teatro Musicale per bambini e ragazzi”: tra ridotto dei palchi del Piermarini, Litta, Piccolo, Salone degli Affreschi all’Umanitaria e stabilimento Ansaldo andarono in scena Britten (L’Arca di Noé), Stravinsky (Il diluvio universale, con regia di Andrée Ruth Shammah) e spettacoli tratti da Debussy, Bartok, Schumann…6 titoli, 143 recite, 28.400 studenti di elementari e medie coinvolti. Per dire.

Riccardo Malipiero e Schoenberg per i più piccoli

Quanto ai bambini «pubblico speciale» e per nulla spaventato dalla musica "contemporanea", come li ha giustamente definiti Meyer, vorrei solo ricordare uno splendido aneddoto che Riccardo Malipiero raccontò a Gillo Dorfles (Il filo dei dodici suoni. Dialogo sulla musica, All’insegna del pesce d’oro, Milano, 1984):

 «In Italia come sai il Conservatorio è solo di stato mentre io sono stato direttore di una Scuola comunale. Ebbene in questa scuola noi abbiamo fatto una sperimentazione […]. Una bambina di undici-dodici anni di secondo o terzo anno di pianoforte ha affrontato due o tre, non ricordo, dei Piccoli pezzi per pianoforte di Schoenberg. Devo dire che li ha eseguiti in una maniera assolutamente commovente […]. Questa bambina si è seduta al pianoforte e con una serietà estrema ha suonato questi pezzi facendo seguito a dei pezzettini per bambini, per ragazzini […]. Il pubblico l’ha accolta con un fragoroso applauso. La cosa mi ha stupefatto, tant’è che poi sono andato da questa bambina e l’ho intervistata, le ho domandato: “Ma ti piace questa musica? “Moltissimo”, mi ha risposto […]».