In
questa stagione, la 2018/2019, c’è stata un’autentica abboffata di donizettiani
Elisir d’amore per bambini o comunque divulgativi (foto sopra Franco Lannino/Teatro Massimo di Palermo). Sembra che si siano messi tutti d’accordo.
Dell’Elisir al Teatro alla Scala, “Grandi
spettacoli per i piccoli”, ho già scritto su questo blog a fine dicembre,
dunque non mi ripeterò (vedi anche la mia intervista per Metro al
sovrintendente Alexander Pereira, leggi qui).
Non mi ripeterò nemmeno sull’Elisir
nelle sue diverse versioni (vedi foto sopra: Una fabbrica di idee, I tuoi baci sono un filtro
etc etc) messe in campo da Opera Education di Aslico (parlo dell’intervista per
Metro a Barbara Minghetti, leggi qui, e del pezzo ultimo scorso sul presente blog). Vorrei solo fare un sintetico elenco di altre prove:
1) Il Teatro Regio di Torino ha
programmato, attorno all’Elisir “dei grandi” andato in scena a novembre 2018,
un Elisir per i più piccoli con l’adattamento del famoso giornalista Vittorio
Sabadin. Dopo la versione per adolescenti, L’Elisir d’amore raccontato ai
ragazzi, va ora in scena, al Piccolo Regio Puccini, dall’11 maggio prossimo,
Dolceamaro e la pozione magica, per i bambini dai 3 ai 6 anni. Biglietti? Tutti
esauriti.
2) Nello scorso mese di marzo, Angelo
Gabrielli, arcinoto agente della Stage Door (vedi le due foto sopra, con gli allievi di canto nella Casa Museo "Luciano Pavarotti" e durante le prove con i bambini) e instancabile divulgatore, ha messo in
scena un Elisir che ha coinvolto 1300 studenti di elementari e medie di Modena,
Sestola, Fanano, Carpi, Acquaria, Bomporto, Fossoli. Un progetto locale, certo
(gli spettacoli si sono tenuti al Teatro Comunale di Modena e a quello di
Carpi), ma merita una forte segnalazione per i numeri crescenti e l’ormai
assodato radicamento, visto che segue La Cenerentola e il Barbiere di Siviglia
delle passate stagioni. Solisti, dei debuttanti preparati in una masterclass
curata da Gabrielli e da Valeria Esposito. Coristi sul palcoscenico, i bambini
delle scuole debitamente preparati. Orchestra, la “Senzaspine” di Bologna, sul
podio lo stesso Gabrielli alternatosi con Mirca Rosciani, allestimento di
Davide Garattini Raimondi. In collaborazione con Appennino InCanto.
3) A inizio stagione, settembre 2018,
risale invece l’Elisir di Danisinni, ossia della versione (ridotta da Alberto
Maniaci) del capolavoro donizettiano ambientata nello storico, popolare quartiere palermitano da Fabio Cherstich, il regista di OperaCamion, specializzato, meritoriamente,
nel portare l’Opera ovunque, specie al pubblico “non privilegiato”. Credo che
le foto che qui posto (di Fabio Lannino), e per le quali ringrazio il Teatro Massimo di Palermo,
fautore dell’originale allestimento, parlino da sole. Per questo primo progetto
di OperaCity, da ricordare quello che gli organizzatori hanno definito un
elemento fondamentale, ossia il coro costituto dagli abitanti del quartiere
istruiti da Manlio Messina.
Fabio
Cherstich, da me interpellato tempo fa, mi ha detto: «Dall’esperienza di Operacamion ho imparato che il pubblico è molto ben disposto e curioso rispetto
all’opera, un genere che possiamo intendere come una possibile forma di
intrattenimento culturale di massa nel vero senso della parola capace di far tornare
l’opera alle sue radici (almeno per il New York Times)». Obiettivo primario «mio
e dei teatri che mi sostengono, non è sicuramente la creazione di nuovi
abbonati ma il raggiungimento di un nuovo pubblico, eterogeneo e non elitario
che ha dimostrato un calore e un interesse sempre crescenti».
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